Immaginate di vedere un istrice, un boa constrictor, un pavone che fa bella mostra della sua ruota, fossili grandi e antichissimi, tavole botaniche che illustrano ogni nozione sulla
flora e rocce che arrivano dall’interno di un vulcano, il tutto racchiuso in poche stanze. Non è fantasia, è il tripudio di esemplari minerali, vegetali e animali custodito nel Museo diocesano di scienze naturali “Antonio De Nardi” a Vittorio Veneto, preziosa raccolta ospitata nel Seminario vescovile, intitolato a colui che lo volle fortemente, rettore del Seminario, insegnante di scienze e ricercatore. Il museo è stato riaperto di recente con l’arricchimento di due aule didattiche, di cui una multimediale, destinate ad accogliere
le scolaresche che vogliono accompagnare la visita ad attività pratiche e di laboratorio,
con la possibilità di portare anche a casa i risultati, digitali, delle ricerche effettuate in loco. Un investimento mirato ad arricchire il programma svolto nelle scuole, ma anche a consentire approcci più interattivi con la scienza, ad esempio con il microscopio collegato al proiettore che fa vedere su una lavagna luminosa quanto all’occhio umano non è nemmeno percepibile. Per non parlare del già citato patrimonio naturalistico che, nelle teche dall’illuminazione rinnovata, conta oltre 3000 pezzi: i minerali, tra rocce sedimentarie, eruttive e metamorfiche, i fossili vertebrati e invertebrati, la ricca raccolta ornitologica, gli esemplari marini, dai coloratissimi coralli alle meduse perfettamente conservate passando per il pescecane, i tanti animali imbalsamati provenienti da tutto il mondo e addirittura delle ossa umane donate alla scienza.

«Certo è che la natura è meravigliosa, piena di sorprese e bellezze – afferma Monica Camerin, biologa e referente del Museo –. Sarebbe bello che tutti ci fermassimo non solo ad ammirarla, ma anche a scoprirla in tutta la sua perfezione» ed è proprio con questa intenzione che si è deciso di riaprire il Museo, che era chiuso da cinque anni e prima visitabile solo su prenotazione. Un percorso che oggi torna in vita e permette di conoscere ere lontanissime e aree geografiche differenti, di godere del frutto di vaste ricerche del passato e ricostruzioni incredibili, come la stanza dedicata ai ben 31 ordini di uccelli,
ovvero una panoramica pressoché completa degli esemplari presenti sul territorio, o i fossili che comprendono preziosi ritrovamenti di Bolca, il più importante giacimento fossilifero per estensione al mondo, le tavole botaniche in gesso realizzate una a una dal grande ricercatore mons. Bianchini, collezione di inestimabile valore.

Il percorso che si presenta ai visitatori consente di apprezzare l’immenso patrimonio naturalistico contenuto nel Museo, ma offre anche l’occasione di vedere con i propri occhi
esemplari finora conosciuti solo sui libri, di poter comprendere qual è la pericolosità della dentatura di una vipera o il perché dei differenti comportamenti e forme delle rocce. Un viaggio in cui immergersi e uscire arricchiti, consapevoli della nostra piccolezza di fronte alle meraviglie dell’Universo, ma allo stesso tempo grati della fortuna di poter toccare così da vicino la “Scienza della natura”.

Il museo osserva i seguenti orari al pubblico: lunedì, mercoledì, venerdì dalle 9 alle 13 (per le scolaresche su prenotazione tutte le mattine) e a partire dal 22 maggio anche la domenica dalle 15.30 alle 18.30. I biglietti hanno un costo di 5 euro a persona intero, 4 ridotto e 2 euro per le comitive sopra le 15 persone, prezzi speciali per scuole e famiglie. Info: Museo di scienze naturali “Antonio De Nardi”, tel. 0438-948435.

Anna Zuccaro, L'Azione
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